DA STEFANO IN VISITA AI PROGETTI DI NEW HUMANITY
Stefano è un giovane di Milano che ha frequentato il cammino Giovani e Missione del PIME ed a settembre ha visitato la Cambogia ospitato da Paola e Stefania della CML
Ecco cosa ci scrive:
“Questo è il ballo del qua qua che ogni papero…”a decine corrono attorno al vecchio albero nel cortile della scuola, Marcello va di clarinetto, Lucia di flauto, Stefania di chitarra, io, Michela, Mathilda e Ranon nel mezzo a ballare e cantare.
Strana comitiva la nostra… ci sono tre italiani, una cinese, una francese ed un cambogiano, ottimo inizio per una barzelletta che andrebbe bene anche qui, in una scuola elementare nel distretto di Bori Bo, Kompong Chnnang, Cambogia.
Occhi indecifrabili di neri puntini lucenti, attenti, si riempiono di meraviglia, attorno al solito vecchio albero che oggi offre loro uno spettacolo diverso dal solito. Che strana comitiva.
“Prendi sotto braccio la felicità…” e nel tentativo di afferrarli, trasformiamo in un istante la meraviglia in panico: a decine fuggono rumorosi, i più coraggiosi mezzi lacrimanti fissi sul posto resistono. Già strana comitiva la nostra, forse troppo per chi come loro non è abituato ad un variopinto aggregato da barzelletta come questo.
Eppure poco alla volta ritornano, la curiosità riemerge da quegli occhietti troppo profondi per farsi fregare dalla paura. Che ci farà mai un quadretto come il nostro sotto il loro solito albero?
La domanda è anche nostra, seguitiamo divertiti di rimando al loro stupore. Ragazzi immobili, attoniti, faticano a comporre gesti, suoni e ritmi.
Ci proviamo in ogni modo, ma ogni trucco è vano: il nostro giovane pubblico ne sa più di noi e non si concede, fatica a lasciarsi andare.
Fatica a ritrovarsi ancora bambino.
“Questo è il ballo del qua qua che ogni papero..” questa volta in pochi, forse una dozzina si trascinano attorno al muro della casa. Faticano ad arrivare, a trovare una posizione stabile, si aiutano sorreggendosi come possono.
Strana comitiva la loro loro: un floppy si sospinge nel girello, chi con tre dita in due mani, down, ritardati mentali, fratelli spastici, ottimo inizio per una barzelletta, magri un po’ di cattivo gusto, che andrebbe bene anche qui, in un centro per disabili nel distretto di Bori Bo, Kompong Chnnang, Cambogia.
Occhi grandi e luminosi, a volte un po’ vuoti, s’accendono di vivo stupore, lasciandosi dietro il vecchio muro, perché oggi c’è per loro uno spettacolo ben diverso dal solito. Che strana comitiva.
“Prendi sotto braccio la felicità….” e nel tentativo di afferrarli, veniamo trascinati via da loro, tutto attorno a noi è vivo movimento. Gioia. In un istante ci confondiamo nel loro impeto danzante.
Già strana comitiva la loro, forse troppo per chi in Cambogia, incalzato da una vita che non fa sconti, non ha tempo per occuparsi di un variopinto aggregato da barzelletta come questo.
Ma qui nulla ha importanza ed ogni cosa pare avere la sua ragion d’essere, sospinti da balli rumorosi e scoordinati, nei loro occhi per poco la Cambogia sembra disperdersi.
Che ci farà mai un quadretto come il loro in quella casa?
La domanda questa volta è solo nostra, ma non c’è tempo per interrogarsi ora, la vitalità è incalzante e la voglia di far festa che emerge in ogni contatto esige di essere soddisfatta.
Ci divertiamo in ogni modo, qui qualsiasi cosa è ben accetta: il nostro giovane pubblico ne sa più di noi e si concede fino in fondo, faticando a contenersi.
Faticando a riconoscersi, diversamente abile.