Yasmira Khadra, Le sirene di Baghdad, Mondadori
La vita è fin troppo pacifica e tranquilla nel minuscolo villaggio di Kafr Karam, dove tutti si conoscono e sono uniti tra loro da legami di sangue. II villaggio sperduto nel mezzo del deserto iracheno non è certo il paradiso, eppure gli abitanti sanno trarre profitto da ogni istante che passa, sforzandosi di restare ai margini della guerra che sta devastando la non lontanissima Baghdad.
Ma la sventura sta per abbattersi sul villaggio: dapprima dei soldati americani uccidono un giovane malato di mente, poi un missile cade su una sala per le feste dove si sta celebrando un matrimonio. Davanti a questa ulteriore catastrofe e al terribile spettacolo dei corpi mutilati, gli abitanti restano scioccati e quasi inebetiti. Si aspettano delle spiegazioni dall’autorità americana, qualche segno di attenzione e di riconoscimento per la tragedia che li ha colpiti. Ma prima gli americani si limitano a delle scuse formali per un episodio da loro ritenuto banale in tempo di guerra, poi mandano dei soldati nel villaggio perché sospettano che ci siano armi nascoste.
Tutte le case vengono perquisite brutalmente e un giovane beduino di vent’anni è costretto ad assistere allo spettacolo della feroce umiliazione pubblica del padre a opera delle truppe Usa. II ragazzo, per il quale l’onore è tutto, sa di non potere più guardare in faccia il padre: i tabù sono stati violati e l’unica cosa che ha per la testa è vendicare questa offesa. Parte per Baghdad, ma una volta nella capitale resta deluso dalla guerra, più civile che di resistenza, che vi si sta svolgendo. Il giovane beduino si sente perduto, destabilizzato e ben presto sarà reclutato da un gruppo di islamisti radicali che attizzeranno il suo odio e la sua sete di vendetta conducendolo fino alle porte dell’inferno.
Grazie alle affascinanti capacità di narratore e alle magistrali doti di analisi, Khadra e ci offre una storia dirompente e disperata sull’esplosiva questione del Medio Oriente alle prese con la sordità e la cecità del mondo occidentale.
Yasmina Khadra è lo pseudonimo femminile dello scrittore algerino Mohammed Moulessehoul. Nato nel 1955, membro dell’esercito e testimone diretto della sanguinosa guerra civile che devastò l’Algeria per oltre un decenni, fu costretto per motivi di censura a usare lo pseudonimo femminile di Yasmina Khadra. Ha esordito come scrittore nel 1998 con il romanzo Morituri, seguito poco dopo da Doppio bianco, che lo hanno fatto conoscere prima in Francia, dove si è auto-esiliato, e poi in tutto il mondo.